Il prefisso ‘ri’ aggiunto alla parola ‘ciclo’. Semplice, sin troppo. Riciclo è una delle parole più usate dei nostri tempi. Il termine stesso infatti rimbalza, anzi si ricicla, da un campo all’altro, senza soluzione di continuità, diffondendosi a macchia d’olio. In economia, green o circular che sia, nel mondo sconfinato dei rifiuti, ancora col fai da te che non passa mai di moda. Sono soltanto alcuni esempi, in ciascuno di essi varia il contesto di applicazione, non il senso di fondo. Per la Treccani riciclo indica l’azione di «riportare materiale nel ciclo di lavorazione, riutilizzare materiali di scarto o di rifiuto di precedenti processi produttivi, rimettere in uso qualcosa di vecchio, reimpiegare, riproporre».

Il riciclo, di fatto, impone una scelta. Trovare continuamente spazio per nuovo materiale oppure impiegare lo spazio occupato da ciò che già c’è. È una questione di ingombro, di misure e quantità. E se nel primo caso l’infinita possibilità di creare nuovi pezzi cozza con la finitezza del mondo in cui viviamo, nel secondo le variabili s’incontrano. Per questo, prima di tutto, il riciclo è una scelta profonda. E nel seguirla regala impegno, lavoro, respiro. Crea aria intorno, con più ossigeno nei polmoni e meno anidride carbonica in circolo. Già, perché riciclare riduce lo spreco e l’inquinamento nonché la tendenza tutta consumistica a depauperare il valore degli oggetti.

Il riutilizzo, al contrario, permette di mantenere viva l’attenzione su ciò che esiste, di dargli un senso, assegnare un significato. Così, si crea legame, si rafforzano le radici, si toccano con mano la storia e l’identità. È un allenamento a non dare nulla per scontato. Chi parla di economia circolare oggi, pensando a un sistema totale rigenerativo ed ecosostenibile, identifica le fondamenta nella responsabilità, nella coscienza di un mondo finito ma in grado di evolvere. Capace di riciclarsi sotto nuove forme e vesti. «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»: la legge della fisica vale anche per la materia di riciclo.